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RITRATTO DI GIOVAN BATTISTA PERGOLESI
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Tipo dipinto |
Autore
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Descrizione
Il dipinto, conservato fino a pochi anni fa nel ridotto del teatro Pergolesi, ritrae il musicista jesino Giovan Battista Pergolesi (1710-1736). Il prelato raffigurato entro un ovale può essere identificato con uno dei maestri jesini del Pergolesi, o il Santi, direttore della Cantoria del Duomo già organista della S. Casa di Loreto, o Francesco Mondini, violinista bolognese, maestro della cappella comunale. Il ritratto si colloca probabilmente prima della sua andata a Napoli nel 1733. |
Soggetto ritratto di Giovan Battista Pergolesi |
Datazione
sec. XVIII | - 1700 - 1799 - Motivo della datazione: analisi stilistica sec. XVIII - 1700 - 1799 - Motivo della datazione: analisi storica |
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Materia e tecnica tela/ pittura a olio |
Misure Altezza: 90 Larghezza: 70 |
Localizzazione (AN) Jesi |
Collocazione Palazzo Pianetti - via XV Settembre - Pinacoteca Civica |
Identificatore 1100029223 |
Proprietà proprietà Ente pubblico territoriale |
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Giovanni Battista Pergolesi (Jesi, 1710 – Pozzuoli, 1736) è stato un compositore italiano di opere buffe e musica sacra dell'epoca barocca, oltre che un valente violinista ed organista. Nato nel 1710 a Jesi, da una famiglia di modeste condizioni, nel giro di pochi anni il musicista perse tutti i propri familiari. Studiò nel paese natale il violino e intorno ai tredici anni venne mandato a perfezionare i propri studi musicali a Napoli, presso uno dei quattro conservatori della città, quello dei Poveri di Gesù Cristo. Giovanni Battista Pergolesi fu forse il primo musicista che raggiunse in brevissimo tempo fama universale in ogni più sperduto angolo d'Europa e presso ogni ordine di pubblico: in soli due anni di attività, Pergolesi si era cimentato nei principali generi compositivi: il teatro serio, il teatro comico e la musica religiosa e nel novembre del 1732 entrò come organista soprannumerario presso la Cappella Reale. Il 10 maggio 1734 Carlo di Borbone aveva conquistato la città di Napoli e gran parte dell'aristocrazia asburgica che aveva fornito appoggio e sostegno alla carriera di Pergolesi aveva trovato rifugio a Roma, in attesa dell'evolversi della situazione. Nel gennaio 1735 Pergolesi debuttò a Roma, al Teatro di Tordinona, con L'Olimpiade e contestualmente, presso il Teatro Valle, venne messa in scena La serva padrona. Al ritorno a Napoli la salute di Pergolesi dovette subito un improvviso peggioramento: si spense il 17 marzo 1736 di tubercolosi, e fu sepolto nella fossa comune della Cattedrale di Pozzuoli.
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