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NASCITA DI FEDERICO II A JESI
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Tipo dipinto |
Autore
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Descrizione
Il tema della rievocazione storica fu molto in voga a partire dalla seconda metà dell'Ottocento e a Jesi l'esponente più significativo fu Luigi Mancini; l'artista, infatti, sempre a Federico II, ha dedicato il sipario del teatro e probabilmente per questo motivo gli fu attribuita quest'opera. Non si esclude la possibilità, anche se remota, di attribuire l'opera allo stesso Adriano Colocci; anch'egli si prodigava in opere che affrontavano questo tema. |
Soggetto nascita di Federico II a Jesi |
Datazione
sec. XIX | - 1850 - 1899 - Motivo della datazione: analisi stilistica |
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Materia e tecnica tela/ pittura a olio |
Misure Altezza: 87 Larghezza: 177 |
Localizzazione (AN) Jesi |
Collocazione Palazzo A. Colocci - p.zza Colocci, 8 - Museo Colocci |
Identificatore 1100208450 |
Proprietà proprietà Ente pubblico territoriale |
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Federico II di Svevia (Jesi, 1194 – Fiorentino di Puglia, 1250). Imperatore del Sacro Romano Impero, Re di Sicilia, Re di Gerusalemme e Re di Germania, conosciuto quale stupor mundi o puer Apuliae, apparteneva alla nobile famiglia sveva degli Hohenstaufen. Federico nasce a Jesi il 26 dicembre 1194 sotto una tenda innalzata nella piazza. Incoronato Re il 26 dicembre del 1208, a quattordici anni, mostra subito di avere le idee chiare: ricostruire l'Impero, creare il primo Stato centralizzato, imbrigliare le ambizioni temporali della Chiesa. Durante gli anni della sua permanenza in Germania, il regno di Sicilia era rimasto in balia dei comandanti militari tedeschi, feudatari e comunità cittadine avevano approfittato della debolezza della monarchia per estendere i loro domini e le loro autonomie. Dunque, riporta sotto il suo controllo feudi e feudatari, contemporaneamente adotta una serie di misure, inconsuete per una monarchia degli inizi del Duecento, come facilitare gli scambi garantendo la sicurezza delle strade, fonda a Napoli la prima Università statale del mondo occidentale, dà impulso alla Scuola Medica di Salerno e da Melfi promulga le Costituzioni. Al centro del suo impegno ad amministrare la giustizia pone il criterio di equità e viene enunciato il culto della pace, di cui è garante il re stesso, infine, in campo economico, nelle principali città del Sud, attua una strenua lotta all’usura. Egli stesso discreto letterato fa della sua corte il luogo di incontro fra le culture greca, latina, araba ed ebraica ospitando artisti e studiosi. Federico muore nel castello svevo di Fiorentino nel 13 dicembre 1250.
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