CRISTO DEPOSTO CON LA MADONNA E DUE PIE DONNE
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Tipo lunetta |
Autore
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Descrizione
Questa lunetta potrebbe essere il dipinto indicato come opera di `poco conto' tra quelli portati via dalla chiesa della Maddalena di Ripatransone in occasione delle spoliazioni napoleoniche del 1811. Infatti, al contrario delle opere finora considerate, il numero dei personaggi coincide con quello riportato dai documenti (Boccolari, 1811: 'Cristo tolto dalla croce con Maria ed altre due Marie piangenti'). |
Soggetto Cristo deposto con la Madonna e due pie donne |
Datazione
sec. XVI | - 1500 - 1524 - Motivo della datazione: bibliografia |
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Materia e tecnica tempera su tavola trasportata su tela |
Misure Altezza: 134 Larghezza: 161.5 |
Collocazione Collezione privata |
Identificatore 1100000168 |
Proprietà proprietà privata |
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Vincenzo Pagani (Monterubbiano, 1490 ca. – 1568). Nato a Monterubbiano circa nel 1490, deve la sua formazione come pittore alla bottega del padre Giovanni e nelle sue prime opere si rifà alle suggestioni crivellesche. Acquisita una propria individualità, conserva uno stile provinciale subendo l’influsso, oltre che del Crivelli, anche della scuola umbra. Dagli anni '20 l'artista guarda molto alla pittura veneta, conosciuta attraverso Antonio Solario, allora a Fermo e attraverso Lorenzo Lotto, allora a Recanati. Dopo il 1530 subisce l’influenza determinante di Raffaello, che conferisce alle sue opere maggiore scioltezza compositiva ed una più vibrante sensibilità cromatica. Pagani ha disseminato copiosamente le sue opere nelle Marche ed in Umbria, dove ha lavorato su richiesta del figlio Lattanzio, già pittore, divenuto bargello della città di Perugia. Molti suoi dipinti sono andati distrutti, altri, attribuiti ad artisti diversi, oggi vengono invece riconosciuti come suoi. Le sue opere migliori sono all’insegna della grandiosità compositiva e del vivace colorismo: ne è un esempio L’incoronazione di Maria, sita nella Chiesa di San Giacomo a Monteprandone, da molto considerata il suo capolavoro. La cosiddetta Pala Oddi per la chiesa di San Francesco di Perugia (1553: oggi nella perugina Galleria Nazionale dell'Umbria) è considerata la sua ultima opera. Da rilevare che nelle sue pitture, più che le figure, assai interessanti sono i paesaggi nello sfondo, sempre molto freschi ed animati, ove sembra quasi possibile riconoscere “le colline picene, i fiumi, i porti, la costa, i paesi….”