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RITRATTO DI IPPOLITO DELLA ROVERE
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Tipo dipinto |
Autore
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Descrizione
Il dipinto va identificato col ritratto di Ippolito Della Rovere menzionato nell'Inventario che si è fatto dalle robe et mobili esistenti nel Palazzo et Guardaroba di Pesaro et altri luoghi dentro et fuori di detta Città (1623-1624, Pesaro, Biblioteca Oliveriana). L'inventario, compilato subito dopo la morte di Federico Ubaldo, tra l'autunno del 1623 e il gennaio del 1624, illustra una situazione realistica e conclusiva dei dipinti del Barocci presenti nella collezione dei Della Rovere, passati poi a Firenze con l'eredità di Vittoria Della Rovere. In particolare, il dipinto in esame, capolavoro autografo, finora ignorato o identificato come ritratto di Guidobaldo Del Monte (Emiliani 1985, v. II, p. 343) va invece sicuramente riconosciuto con quello del marchese Ippolito Della Rovere, ipotesi rafforzata anche dal fatto che tale ritratto continua ad essere sempre citato anche nei successivi Inventari delle collezioni medicee (Arcangeli 2001, pp. 181-183). |
Soggetto ritratto di Ippolito Della Rovere |
Datazione
sec. XVII | - 1600 - 1602 - Motivo della datazione: analisi stilistica |
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Materia e tecnica olio su tela |
Misure Altezza: 118 Larghezza: 95 |
Localizzazione (Londra) |
Collocazione Ambasciata d'Italia |
Identificatore 1100000352 |
Proprietà proprietà Stato |
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Allievo di Bartolomeo Genga, ammiratore di Raffaello e del Correggio, Federico Barocci (Urbino 1528/35-1612) avviò nel gusto e nel colore il manierismo barocco. Nelle sue opere impegna la pittura in quello che sarà nel seicento il programma cattolico: contrastare la religione individuale del protestantesimo con il sentimento e il culto collettivi. Federico Barocci è sepolto nella chiesa di San Francesco di Urbino.
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